40 anni dalla strage di Bologna: dall’amministrazione le solite provocazioni e polemiche. Noi chiediamo verità e giustizia.

 

Ieri ricorrevano i 40 anni dalla strage della stazione di Bologna, dove persero la vita 85 persone a causa dell’esplosione di una bomba per mano eversiva fascista. 

L’amministrazione di Ciampino, per l’ennesima volta, non ha fatto mancare la solita triste vena di provocazioni, tentennamenti e polemiche che ormai ci attendono ad ogni ricorrenza che andrebbe al contrario dedicata alla riflessione storica.

A seguito di un lancio di agenzia apparso sul sito ufficiale del Comune di Ciampino, dove Ciavardini, uno dei quattro condannati in via definitiva come esecutore della strage, rivendica la sua presunta innocenza con toni sprezzanti e velleità revisioniste, molte persone sui social si sono pubblicamente risentite. Dare spazio ad un ex terrorista dei Nar, in una giornata come questa, risulta infatti gravemente offensivo per la memoria delle vittime e per la sensibilità democratica dei nostri concittadini. 

Può trattarsi di una svista, certamente, e sarebbe bastata qualche riga di scuse. Al contrario la Sindaca Ballico, che fino a quel momento non aveva ritenuto di dover dedicare una sola parola pubblica su una delle ricorrenze più dolorose della nostra storia recente, si è vista costretta ad un comunicato tardivo, frettoloso e vuoto nel contenuto, dove non ha comunque risparmiato la solita sterile polemica contro quei cittadini offesi dall’articolo riportato sul sito del Comune.

Diritti in Comune, al contrario, vuole continuare a riflettere seriamente su una delle pagine più orribili della nostra storia, continuando a chiedere giustizia e verità per le vittime della strage di Bologna attraverso le parole, inequivocabili, di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari delle vittime del 2 agosto 1980, enunciate ieri nel corso del suo intervento alla cerimonia commemorativa:

“Sono passati 40 anni da quel torrido sabato di agosto e finalmente le speranze di ottenere una completa verità sull’episodio più atroce della storia del nostro Paese cominciano a realizzarsi. Nel corso dell’ultimo anno, infatti, nuovi importanti tasselli si sono aggiunti. Il processo per concorso in strage contro il neofascista Gilberto Cavallini, non ha portato solo alla sua condanna di primo grado come quarto esecutore materiale, insieme agli altri Nar, Mambro, Fioravanti e Ciavardini, ma ha anche fatto emergere preziosi elementi che collegano gli attentatori ai Servizi segreti italiani”.