Diritti in Comune per la rinascita della nostra città

Siamo donne e uomini che vivono e lavorano in questa città, legati a questo territorio, alla sua storia, alla sua comunità. Molti di noi hanno scelto appartenenze politiche, altri operano nell’associazionismo cittadino e nell’attivismo sociale.
Tutte e tutti riteniamo ci si debba impegnare insieme, per cambiare il futuro che decenni di politica nazionale e locale, spinta esclusivamente dal profitto di pochi, avrebbe già scritto per noi e la nostra città.

In questo territorio viviamo tutte le contraddizioni di un sistema economico che produce disoccupazione e precarietà, la progressiva distruzione dello stato sociale, dell’ambiente naturale e l’impoverimento degli stessi rapporti umani. La pandemia da Covid19 non ha fatto che acuire questa crisi, aumentando ancor di più povertà e aggravando le diseguaglianze sociali. La città negli ultimi decenni è cresciuta rapidamente sotto il peso della speculazione, a discapito dei servizi e degli spazi pubblici che dovrebbero connaturarla. L’emergenza sanitaria ha posto tutto questo ancora più in evidenza: manca un punto di primo soccorso, una rete di medicina territoriale, spazi e luoghi per i servizi e le attività sociali, culturali e ricreative.

Esiste poi una grave emergenza climatica che investe l’intero pianeta, con fenomeni estremi sempre più frequenti che determinano rilevanti conseguenze ambientali, specie in contesti urbani fortemente inquinati come quello locale. Ciampino, con il più alto consumo di suolo della regione e la maggiore densità abitativa, col suo Aeroporto dal forte impatto ambientale, continua ad essere investita da numerose e rilevanti fonti d’inquinamento, che anche durante la pandemia si sono rivelate fattori fortemente incidenti rispetto alla salute delle cittadine e dei cittadini. Questa consapevolezza impone l’urgenza di pensare e mettere in campo azioni di contrasto ai cambiamenti climatici per contenerne i rischi connessi.

L’epilogo fallimentare di una lunga stagione di governo ha consegnato due anni fa l’amministrazione della città alla destra, che al di là della costante necessità di affermare il proprio pericoloso profilo ideologico, ha dimostrato tutta l’incapacità di costituire un’alternativa credibile per Ciampino. Due anni scarsi di amministrazione sono stati sufficienti per coglierne il disegno politico: assecondare le volontà di pochi e molto facoltosi soggetti privati di mettere le mani sui beni del patrimonio comunale, secondo quell’inossidabile logica di mercato, che per decenni ha prevalso nel governo della cosa pubblica, tesa a cancellare definitivamente il valore e il senso dei beni comuni per la comunità.

La fine anticipata della consiliatura nelle due ultime esperienze amministrative è avvenuta su questioni concernenti il bilancio. Appare dunque quanto mai necessario un Audit indipendente sullo stato economico e finanziario dell’ente e delle sue partecipate, per sapere come sono cresciuti in questi anni debiti e disavanzi e come siano state spese le risorse pubbliche. Su questo, al di là della funzione istituzionale devoluta agli organi di controllo contabile, vanno individuati strumenti di partecipazione e di controllo popolare su indirizzi e scelte che riguardano l’impiego dei soldi pubblici nell’interesse generale della comunità.

Ancor più di prima, la scelta che si impone oggi a quanti hanno a cuore il futuro di questa comunità è quella di costruire una città a misura di cittadine e cittadini: pubblica, inclusiva, solidale, funzionante. Chi si è occupato per molti anni della scena politica, migrando non di rado da una sponda all’altra, l’ha fatto confidando spesso nell’apatia sociale della comunità cittadina, prendendo decisioni senza ascoltare idee, senza rispondere alle domande e mortificando ogni forma di proposta d’iniziativa popolare. Da questo punto di vista la destra è stata capace di contrapporre ancor di più la funzione e il ruolo dei decisori politici con quello dei cittadini, trascinando le stesse istituzioni in una quotidiana disputa sui social.

Crediamo sia urgente e necessario costruire un’alternativa netta e coraggiosa. Diritti in Comune in questi due anni è stata l’esperienza collettiva capace di mettere in campo questa alternativa: una rete di persone, associazioni, esperienze civiche e politiche che animano buone pratiche di autogestione e di partecipazione attiva nel territorio. Dentro e fuori il Consiglio comunale questa comunità ha tenuto in piedi uno spazio politico di analisi, ascolto, discussione e condivisione sulle scelte politiche di volta in volta assunte. Nonostante le condizioni imposte dalla pandemia, la dimensione collettiva e partecipativa non è venuta mai meno, a cominciare dal lavoro di sostegno sociale ed alimentare portato avanti da tante e tanti volontari nel periodo del lockdown, associato ad una riflessione e proposta organizzativa capace di rispondere alle necessità del territorio.

Oggi questa comunità è cresciuta e si è rafforzata, non solo perché è stata capace di condurre un’azione costante e competente di opposizione in Consiglio comunale con la propria rappresentanza istituzionale, ma perché è stata in grado di cogliere risultati insperati dall’azione politica che tante e tanti hanno saputo condurre con determinazione, per il bene della città. Se oggi l’IGDO è stato riconosciuto quale insediamento urbano storico della città e la Tenuta del Muro dei Francesi è stata inserita nel perimetro del Parco dei Castelli romani lo dobbiamo all’incessante lavoro di questa rete politica che, infine, ha saputo anche condizionare le istituzioni sovracomunali. Chi non si rassegna a veder cancellata la funzione pubblica e affettiva dei beni culturali e paesaggistici del territorio, oggi può avere una speranza in più su cui poter proseguire l’impegno per la piena fruibilità pubblica di questo patrimonio.

Quel che resta del patrimonio pubblico ha bisogno di essere recuperato e rigenerato alla sua piena funzione sociale, riproducendo esperienze di gestione e controllo popolare diretto, da discutere collettivamente nelle forme e negli obiettivi. Occorre ridare assoluta centralità ai servizi pubblici locali, in particolare quelli che riguardano i diritti fondamentali della persona, che devono restare privi di rilevanza economica. La gestione delle Aziende pubbliche cittadine, soprattutto alla luce del biennio appena trascorso, deve essere radicalmente modificata: le partecipate comunali, la cui amministrazione avrebbe dovuto coniugare lavoro e qualità dei servizi, vanno ristrutturate e devono tornare ad occuparsi esclusivamente dei servizi di questa comunità, con un controllo rigoroso anche attraverso forme partecipate dai cittadini utenti.

A partire da un terreno condiviso di valori, pratiche ed azioni comuni, siamo fortemente determinati a tentare di guidare un progetto per il governo della città; un progetto di cambiamento radicale dove le solite e logore formule della vecchia politica non trovino spazio, dove emerga l’urgenza di nuovi strumenti di partecipazione politica, per la gestione del presente e la programmazione del futuro.
Diritti in Comune apre un confronto tematico con le forze sociali, i movimenti cittadini, le altre culture ed esperienze politiche perché si possa ridare a Ciampino la speranza di diventare finalmente una città compiuta.
La città che si prende cura di sé, ecologica, pubblica, è una città che vive, partecipa e progetta il suo futuro. Adesso!