Giunta Ballico, ultimo atto: cade su nomine, poltrone e interessi privati

La sorte del commissariamento dell’Ente comunale tocca Ciampino per la seconda volta in appena tre anni, dopo che l’amministrazione Ballico non è riuscita ad approvare gli equilibri di bilancio, essendo venuta meno la sua maggioranza consiliare. Ancora una volta la Sindaca ha provato a salvare questa maggioranza – e il suo destino politico – con rocamboleschi giochi di poltrone e col fantomatico progetto di acquisizione dell’Igdo: articolato tentativo di svendita del centro cittadino mascherato da intervento pubblico, sul quale molto abbiamo già detto e torneremo a dire nei prossimi giorni.

A far cadere la Giunta Ballico, non è stato tuttavia un serio e concreto dibattito politico, al contrario, l’esperienza amministrativa del centrodestra finisce nel più triste dei modi: nomine, poltrone, candidature per Campidoglio e Regione, insomma per le diatribe tra gruppi di interesse e personaggi politici che tengono in scacco le istituzioni democratiche della città. Dinamiche non nuove per Ciampino, figlie di atteggiamenti bipartisan che troppo spesso hanno legato i destini della città all’interesse particolare di potentati politici ed economici e che, a partire dalla campagna elettorale del 2019, torniamo a denunciare. Questa volta, nello specifico, siamo stati gettati nelle mani di personaggi impresentabili come Durigon che, pur dimissionato dal governo nazionale, ha continuato – come coordinatore della Lega Lazio – a segnare le sorti della maggioranza consiliare ciampinese.

La Giunta Ballico si è fatta promotrice di una visione politica appiattita sugli interessi privati, grandi e piccoli, sviluppando un progetto di alienazione del patrimonio della città pubblica. Per farlo si è servita di tecnici plenipotenziari direttamente chiamati da Roma, con esperienze discutibili nelle amministrazioni sia di centrodestra che di centrosinistra. Nel frattempo, la città rimaneva com’era prima: senza spazi pubblici adeguati, senza servizi efficienti, senza verde, senza un minimo di idee per il rilancio del tessuto sociale ed economico e con una pessima gestione dell’emergenza pandemica. Alcuni colossi privati, da AdR del gruppo Atlantia (Benetton) alle holding di costruttori locali, hanno trovato in questa Giunta un interlocutore disponibile a barattare la salute e la qualità della vita dei cittadini in cambio di qualche misera ricaduta, discutibili eventi ricreativi con cui la Sindaca in questi anni ha cercato di rilanciare la sua propaganda. Allo stesso modo piccoli interessi privati, legati a pericolosi gruppi neofascisti, hanno trovato in questa amministrazione sostegno e piena legittimazione, tentando il radicamento in un territorio che gli è sempre stato ostile.

Diritti in Comune, in questi due anni di opposizione – intransigente nel contrastare le derive revisioniste e antidemocratiche – non ha rinunciato a sfidare la Giunta nel merito delle proposte: le modalità di gestione dell’emergenza Covid-19, l’attivazione di un coordinamento sociosanitario distrettuale; l’istituzione delle Case di Quartiere; il progetto per un Igdo pubblico; l’inserimento del Muro dei Francesi nel parco dei Castelli (vittoria ottenuta grazie alle pressioni dei cittadini e l’intervento regionale); la tombatura dei valli ferroviari; la tariffazione puntuale per i rifiuti; l’istituzione di un’isola pedonale di quartiere nell’ex 167; la tutela del patrimonio storico, monumentale e paesaggistico; la salvaguardia delle sorgenti e corsi d’acqua del territorio. Sono questi alcuni esempi di quella alternativa che continuiamo a sostenere e praticare ogni giorno, grazie all’impegno dal basso e al confronto continuo con i cittadini. Da oggi finisce una sfida e ne inizia una nuova: questa è solo una tappa del percorso politico che abbiamo immaginato – a partire da esperienze di lotta ed organizzazione popolare precedenti – dando vita alla coalizione Diritti in Comune per cambiare il futuro della nostra città. Un futuro aperto verso il bene comune, per tutte e tutti.