Igdo pubblico, noi lo vogliamo davvero! Ma con atti reali e trasparenti, senza barattarlo con altro cemento e privatizzazioni

La nostra alleanza politica da sempre si batte per “l’acquisizione dell’area ex IGDO al patrimonio pubblico” come viene riportato nella delibera di giunta di indirizzo politico/amministrativo pubblicata ieri. La richiesta inascoltata di una partecipazione dell’Ente all’asta nel 2016 e le pressioni popolari per un’azione di rilancio del centro urbano a partire da un IGDO pubblico, sono battaglie storiche dei comitati e dei cittadini che su queste parole d’ordine hanno poi dato vita anche all’esperienza di Diritti in Comune. Ogni concreto passo verso l’acquisizione pubblica, dunque, è per noi un passo avanti rispetto alla situazione del passato.

Fatta questa premessa, veniamo all’oggi. Il comunicato stampa diramato dall’Amministrazione comunale nella giornata di ieri getta purtroppo molto fumo negli occhi dei cittadini, in quanto nulla è stato ancora “acquisito a patrimonio comunale”. Nella delibera si dà mandato agli uffici di “verificare la possibilità di esercitare, ora per allora, la prelazione all’acquisto del bene” e di “reperire le risorse necessarie” attualmente non disponibili: due nodi da sciogliere rapidamente per verificare la reale fattibilità di una generica espressione di indirizzo politico.

Noi ci auguriamo che questi due nodi vengano sciolti rapidamente e rilanciamo un’ulteriore sfida alla amministrazione comunale: la pubblica utilità, di cui parla la Giunta con toni trionfalistici, non si dichiara certo con un semplice atto di indirizzo di giunta. La pubblica utilità è conseguenza di un vincolo dichiarativo del piano regolatore. L’area in questione è tuttora destinata a servizi privati, per cui solo cambiando la destinazione potrebbe derivare la pubblica utilità. Per questo chiediamo alla giunta di dare indirizzo affinché venga portata in tempi rapidissimi una Variante puntuale in Consiglio comunale sull’area ex IGDO, con la quale recepire i vincoli istituiti dal Ministero e cambiare la destinazione d’uso da servizi privati a servizi pubblici. Se veramente le intenzioni sono quelle scritte in delibera, questa è l’unica strada da percorrere. Altrimenti davvero resterà solo tanto fumo e un pomposo comunicato stampa.

Oltre a ciò crediamo sia ancora più importante riuscire a fare un po’ di chiarezza sulle reali intenzioni rispetto alla totalità degli interventi che si stanno progettando per l’intero centro urbano di Ciampino. Dalle informazioni in nostro possesso sappiamo che la questione IGDO e quella della ex Cantina sociale sono strettamente correlate, e la delibera ci conferma questo dato quando afferma che “un ulteriore profilo di interesse pubblico è costituito dall’idea del Comune di Ciampino di realizzare nel compendio immobiliare de quo, la sede delle Istituzioni e di tutti gli Uffici dell’Amministrazione Comunale”. Questa frase conferma quello che da mesi andiamo ripetendo e che stiamo contrastando con grande fermezza: la vera e chiarissima volontà di questa amministrazione di procedere con la completa alienazione/privatizzazione dell’intero complesso della Cantina sociale, compresa l’attuale sede comunale che verrebbe spostata nell’area IGDO qualora questa venga acquisita e ristrutturata. Una scelta che priverebbe la città di un’area, ancora non del tutto ristrutturata, che comunque è costata ai cittadini circa 10 milioni di euro! Una scelta irricevibile e da rivedere: noi vogliamo l’IGDO pubblico, ristrutturato e fruibile, ma non accettiamo di barattarlo con la dismissione della Cantina Sociale, né accetteremo eventuali compensazioni urbanistiche in altre aree della città scaricando nuove volumetrie sulla città con il più alto consumo di suolo del Lazio.

Riteniamo inaccettabile che decisioni così cruciali per l’assetto della nostra città si discutano al chiuso nelle stanze dell’ufficio speciale e nella segreteria del Sindaco: noi chiediamo ancora una volta trasparenza! La città, oltre che il Consiglio Comunale, ha il diritto di sapere tutto, e di conoscere nel dettaglio le reali intenzioni dell’Amministrazione sull’intero centro urbano. La partecipazione e la trasparenza sono valori che difendiamo e non si può pensare di informare i cittadini a cose fatte, nella solita modalità del prendere o lasciare. La cittadinanza deve poter valutare, discutere e incidere nelle scelte che riguardano il presente e il futuro della città.

Per questo abbiamo delle domande aperte per la Sindaca, alle quali attendiamo una risposta: E’ vero quanto affermano gli esponenti della segreteria comunale circa il fatto che, nella testa di chi dirige questo processo, solo una parte dell’IGDO rimarrebbe effettivamente in mano pubblica, come sede comunale? Che tipo di progettualità è immaginata per tutto il resto dell’area? Parliamo di altri partenariati pubblico-privato, e se sì chi sono gli interlocutori? Che tipo di accordo è stato raggiunto con il proprietario dell’area (i.e. società Incentro), impossibilitato evidentemente dai recenti vincoli emessi sull’area a realizzare quanto aveva immaginato?

Domande aperte, perché la città merita di sapere e di valutare le scelte e i fatti nella loro complessità, ben al di là dei proclami e di condivisibili prese di posizione politiche.