Protocollo di intesa ASP / Comune: la nostra posizione 

Il protocollo di intesa tra ente e ASP approvato in Giunta è stato deliberato ieri in Consiglio comunale. Diritti in Comune non ha espresso voto favorevole, sollevando dubbi e chiedendo impegni che l’amministrazione comunale non ha avuto il coraggio di assumersi negli interventi di replica. Pur consapevoli che questo fosse un atto necessario per iniziare la procedura di uscita dalla crisi aziendale, troppe criticità e pochi elementi positivi sono presenti nell’atto. Dopo un decennio di scelte scellerate che hanno portato a perdite milionarie dell’azienda (tutte sempre ripianate con i soldi dei cittadini di Ciampino) per l’anno 2021 il bilancio ASP chiuderà per l’ennesima volta in rosso, stavolta per 1.700.000 euro, mentre per l’anno 2022 il deficit attestato è di ulteriori 430.000 euro. Evidenziamo come la prima proposta di bilancio deliberata a giugno 2022 dal management tuttora in carica, non è stata ritenuta accettabile dall’ente comunale, in quanto riportava un utile di circa 23 mila euro.

Dopo le verifiche messe in atto dal “comitato tecnico per il controllo autonomo disgiunto”, istituito dall’ultima commissaria prefettizia – organismo terzo composto da professionisti esterni e dal dirigente del settore economico del Comune – questo esile utile si è nei fatti trasformato… in una perdita consolidata di quasi 2 milioni di euro per il 2021! Ci domandiamo dunque come si possa ritenere credibile e affidabile il management aziendale a fronte di questa situazione: o c’è malafede o incapacità nel fare di conto, due opzioni che i cittadini di Ciampino non meritano. Dignità e rispetto per la nostra cittadinanza avrebbe voluto un passo indietro del management aziendale. Più coraggio avrebbe dovuto avere la Sindaca Emanuela Colella non appena insediata, quando secondo noi l’azzeramento di tutto il cda sarebbe stato un atto dovuto e legittimo, logica conseguenza di tutte le criticità che erano state raccolte dall’opposizione al tempo della Giunta Ballico. Purtroppo è surreale riscontrare il fatto che lo stesso management, non appena iniziati “i controlli” (finalmente, dopo venti anni) sui conti aziendali, abbia ben pensato di riportare una perdita consolidata per il bilancio 2022 così sostanziale da iniziare la procedura di crisi aziendale. L’anno 2021 un utile fittizio e adesso sconfessato ufficialmente nel protocollo, mentre quando iniziano i controlli improvvisamente l’azienda entra in crisi, si dichiara una perdita strutturale giustificata dal mancato rinnovo del servizio supporto riscossione tributi anno 2020, e si minaccia la messa in liquidazione aziendale. Se non stessimo raccontando la verità verrebbe da pensare si tratti di una puntata di House of Cards, peccato che siamo a Ciampino e non in una serie tv americana!

  • Il debito dell’azienda e la mancanza di trasparenza

Di tutto questo abbiamo già discusso in precedenza e con questo documento vogliamo andare oltre, per provare a fare un po’ di chiarezza su ciò che ci aspetta nel prossimo futuro: una scelta di trasparenza che dovrebbe appartenere a chi amministra, non ad una forza politica di minoranza come la nostra, ma tant’è.

Il debito dell’azienda comunque non si conclude qui: ci sono una serie di poste “circolari” e mai giunte a mediazione concordata che hanno radici molto profonde, ovvero somme che l’ASP da diversi anni deve restituire al Comune, per un importo complessivo di 3.340.000 euro. Anche di ciò parla il protocollo di intesa Comune-ASP in discussione in Consiglio comunale. Profetici fummo ad inserire nel nostro programma la necessità di un “Audit pubblico e trasparente sulle società partecipate” dell’ente, vero elemento di caduta del nostro Comune che negli ultimi 13 anni ha visto completamente assorbita la propria capacità di spesa e investimento dalle due società ASP e Ambiente, continuamente in perdita. Peccato che non siamo stati ascoltati e per l’ennesima volta nessun cittadino saprà veramente cosa è successo in questi anni: le aziende sono da sempre fatto privato tra la Giunta e i vari management aziendali tecnici, con qualche rendiconto periodico portato in Consiglio comunale solo a ratifica, senza grossa possibilità di incidere sulle linee amministrative decise, e zero trasparenza ovviamente.

A tal riguardo è inaccettabile la difesa di ufficio delle scelte del centrosinistra, in particolare quelle della gestione Terzulli che abbiamo dovuto ascoltare dalla Sindaca Colella nel suo intervento per tenere unita una maggioranza che già balla. Quella Giunta  cadde nel 2019 sul bilancio alla fine di una lunga gestione del centrosinistra che aveva lasciato ASP con un mare di debiti e 50 Mila euro di capitale sociale!

Quella di oggi appare una situazione economico-finanziaria disastrosa su cui riconosciamo si stia provando a mettere mano per provare ad azzerare e ripartire. Nei fatti però questo processo si sviluppa in assenza di trasparenza amministrativa, con i Consiglieri che non hanno tutti gli elementi economico-finanziari a disposizione per una analisi economica duratura e seria. Questo è particolarmente vero rispetto all’ennesimo piano di risanamento e rilancio industriale che nel protocollo d’intesa rappresenta una indirizzo politico non ci convince affatto.

Dopo il fallimento di tutti i piani pluriennali precedenti, che in sostanza non hanno mai strutturalmente ripianato i debiti milionari di ASP ma solo scaricato sui lavoratori la crisi aziendale per tamponare i problemi, stavolta il Comune si pone l’ambizioso obiettivo di azzerare tutto il deficit dell’azienda, versando 1.700.000 euro nel 2023 e 430.000 euro nel 2024, dando all’azienda la possibilità di rateizzare il trasferimento dei crediti vantati dal Comune a partire dal 2026 fino al 2043!

Per più di dieci anni, il centrosinistra prima e il centrodestra poi, non hanno messo in campo alcun controllo sulla gestione ordinaria e straordinaria dell’azienda: solo ora questo Piano finalmente accenna a consolidare qualche elemento di controllo, e riconosciamo questo elemento allo sforzo dell’Assessore Catalini. Certo è che quello che appare da rivendicare come un grande risultato politico, per noi altro non è che l’assoluta normalità per una qualunque azienda pubblica o privata: finalmente si inserisce qualche elemento strutturale di controllo, ma nel frattempo non si è ancora data attuazione alla nostra mozione di indirizzo che chiede di rimettere al centro il Consiglio comunale rispetto ai processi di governance aziendale. Noi avevamo pensato questo strumento soprattutto per questa fase strategica e registriamo di aver ricevuto un continuo posticipare della sua attuazione: ad oggi attendiamo ancora la prima bozza di regolamento che recepisca l’indirizzo del Consiglio comunale.

Il fatto politico inequivocabile è che il centrosinistra prima e la destra negli ultimi anni hanno chiuso gli occhi su tutto, praticando le peggiori pratiche corporative, clientelari, condite da investimenti scellerati e gestioni anti-economiche, riuscendo nel miracolo di costruire – e salvare ripetutamente dal fallimento – un’azienda che ad oggi ancora non sta in piedi, nonostante abbia un fatturato annuo di 25 milioni di euro e un costo del lavoro assolutamente in linea con gli indicatori di sostenibilità aziendale. Infatti il costo del personale, da sempre raccontato come il vero problema aziendale, pesa circa per il 27% del fatturato e dunque non rappresenta affatto un problema strutturale. Sicuramente l’efficienza organizzativa e produttiva risente delle pluriennali pratiche corporative e clientelari di una azienda troppo spesso usata ad uso e consumo della politica di turno, e su questo nessuno sembra essersi ancora deciso a mettere mano. Tante parole sono state spese ieri su questo, ora vogliamo vedere i fatti. La vera domanda è come fa ASP ad essere sempre in crisi sin dalla nascita? Facile purtroppo quando i costi indiretti (consulenze) e di gestione sono assolutamente fuori controllo, e questo nonostante ASP gestisca servizi comunali strategici a domanda fissa, ovvero servizi con flussi di cassa certi, e ben 11 farmacie territoriali, un business che farebbe gola a qualunque privato proprio per i lauti margini di guadagno economico.


  • La bozza del piano di risanamento

Veniamo dunque alle linee guida riportate nel protocollo di intesa sottoscritto tra le parti e propedeutico al piano di risanamento e al piano industriale. Le linee guida contengono alcune proposte che nelle intenzioni dovrebbero rendere strutturalmente in attivo e non più in perdita i bilanci di ASP. L’idea è quella di affidare nuovi servizi pubblici di valenza territoriale all’azienda, attualmente esternalizzati, e di inventarne anche altri, altamente remunerativi, in linea di principio. Rispetto a questo vediamo problemi gravissimi e di diverso ordine: alcuni di questi servizi non appaiono avere un indice di remunerazione tale da sostenere le esigenze di fatturato aziendale; molti servizi sembrano non avere un minimo di fondamento per mezzi e obiettivi pubblici, e addirittura alcuni appaiono contrastanti con le esigenze della città.

Per esempio non è comprensibile dare ad ASP la gestione di un nuovo, ennesimo parcheggio di lunga durata a servizio, non della città, ma dell’aeroporto di Ciampino! La cosa assume carattere grottesco se si pensa di realizzarlo nelle aree a verde limitrofe a quello che dovrà essere il Parco del Muro dei Francesi, per il quale la Sindaca ha pubblicamente preso l’impegno di avviare l’iter di completa acquisizione per renderlo quanto prima disponibile e fruibile per i cittadini. Un parcheggio di scambio con bus navetta di collegamento per l’aeroporto che vedrà realizzare, in un terreno comunale molto più lontano dall’aeroporto rispetto ai suoi competitor Cavicchi & co, l’ennesima lingua di asfalto nel verde. Il tutto in un territorio già strozzato da parcheggi e cemento, in un contesto di mobilità di scorrimento e transito a dir poco complessa. Un parcheggio non fruibile ai cittadini ma a servizio esclusivo di una infrastruttura, quella aeroportuale, che non ha margini di crescita ma che vede una fase di contenimento e prossima auspicabile diminuzione del traffico aereo.

Ieri in aula abbiamo pubblicamente chiesto una presa di posizione su questo, senza ottenerla. È nostro impegno fare tutto il possibile affinché questa scelta non venga confermata nel piano industriale prossimamente in discussione. Siamo pronti a mobilitare cittadini e associazioni su questa ennesima battaglia in difesa dell’area.

Incomprensibile anche la volontà di assegnare dal 2025 all’ASP la gestione di un bene comune come l’Ostello della Gioventù: in una città senza spazi pubblici fruibili e con una offerta culturale limitata, come si può immaginare di affidare ad una azienda come ASP, che mai si è occupata di cultura e sociale, la gestione di questo immobile? Cosa si ipotizza possa diventare l’ostello della gioventù – che verrà prima ristrutturato con presunti fondi distrettuali socio-sanitari – da qui ai prossimi anni? Nessuno lo sa, neanche l’amministrazione comunale che non ha ancora neppure una vaga idea di come ristrutturare l’immobile e con quali risorse. Vaghe ipotesi tutte da verificare sono state enunciate e su cui si è chiesta una fiducia in bianco inaccettabile. Anche su questo abbiamo chiesto invano una presa di posizione in Consiglio comunale, ovvero aprire una vera discussione pubblica con la città e le realtà associative sulla funzione di quest’immobile per valorizzarne la funzione sociale.

Infine si sta già lavorando per formare gli ausiliari del traffico in modo che questi possano anche svolgere ulteriori mansioni di controllo in sosta e fermata. Rispetto a questo le informazioni a nostro possesso sono limitate e la proposta dettagliata sarà da verificare ai sensi della legge, tuttavia l’idea dell’amministrazione è ben chiara: far fare più cassa ad ASP aumentando ulteriormente il controllo del territorio rispetto alle infrazioni degli automobilisti. In una città con un numero significativo – e più che sufficiente – di agenti di polizia municipale, con sistemi di sicurezza visivi come telecamere onnipresenti e a nostro avviso ben oltre le esigenze di sicurezza, avere anche gli ausiliari che possano “multare” è francamente inconcepibile. Come si concilia questo con la mozione di Consiglio comunale da noi proposta e votata da tutta la maggioranza circa la formulazione di un nuovo piano sosta? Domande aperte che richiedono risposte chiare e molto più articolate di quelle che abbiamo ricevuto sinora da parte di chi governa. Amministrazione che invece appare più alla ricerca della quadra dei conti che alla costruzione di una visione organica della città “dei servizi e a servizio dei cittadini” del futuro.

Dedichiamo la chiusura di questo documento all’elemento che riteniamo più critico del protocollo di intesa: la messa nero su bianco del fatto che ai 7 nuovi servizi pubblici indicati nel piano non sarà associato “alcun aggiuntivo costo in termini di forza lavoro”. Ciò significa mettere nero su bianco che gli attuali lavoratori/trici, o coloro che verranno assunti in sostituzione delle poche unità che andranno in pensione nel triennio, dovranno gestire servizi nuovi e complessi, di cui però non si capisce esattamente la portata né l’impatto sull’azienda. La cosa ci appare, oltre che inaccettabile perché scarica COME SEMPRE gli errori gestionali di management e politica sulle spalle di chi lavora, anche poco realistica nei fatti. Vediamo un esempio: ASP attualmente ha un numero limitato e ben definito di autisti che si occupano del servizio scuolabus, come si può immaginare che con questi numeri si possa gestire un servizio complesso come il trasporto navetta/parcheggio di scambio verso l’aeroporto?

Mille altre domande ci sorgono leggendo il protocollo e i nuovi potenziali servizi: la proposta appare più come una lista di desiderata che un vero piano che segue una logica. Saremmo ben felici di venire smentiti quando verrà elaborato un dettagliato piano industriale triennale ma al momento questa è la situazione. L’Assessore assicura che i conti e le analisi sono stati fatti e sono ben dettagliati, e non ne dubitiamo, ma certamente non sono di nostra conoscenza, tanto meno a conoscenza di chi lavora in ASP e ancora meno della cittadinanza.

Contro la pluriennale gestione fallimentare di ASP, come Diritti in Comune abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere di rendere trasparente l’operato dell’azienda e dei vari management politici e tecnici che si sono succeduti, istituendo una apposita commissione consiliare per la valutazione delle sue attività economiche e contabili, ovvero per un Audit pubblico. Rispetto all’oggetto del protocollo di intesa ci riserviamo di indire una assemblea pubblica con tutti i lavoratori della società ASP per spiegare questa situazione e rimetterli al centro della discussione pubblica e politica. Sul piano di rilancio c’è molto fumo, pochi numeri e pochi elementi chiari su cui riflettere, una coltre fitta di nebbia figlia di trattative sottobanco tra centrosinistra, attuale management e uffici legali di parte. Mentre accade ciò altri/e lavoratori/trici, come le educatrici dei nidi ASP, riaprono lo stato di agitazione, giustamente convinte di meritare ben altra attenzione, dignità e tutela salariale.

Chiediamo chiarezza, dati, numeri e soprattutto vorremmo capire la visione. L’azienda serve alla città certamente e può rappresentare una ricchezza. Però è la città ad avere dei bisogni: l’azienda può e deve aiutare a sostenerli. Invertire gli elementi, ovvero soddisfare i bisogni dell’azienda utilizzando le risorse del Comune per sostenerli, non è francamente più accettabile.