Verso un’associazione politica! Parte il percorso di riorganizzazione di DiC

Care compagne e compagni, amiche e amici,

Come anticipato nel corso della nostra campagna elettorale, a Consiglio e Giunta insediati, pensiamo sia il momento di intraprendere il percorso per una riorganizzazione e strutturazione di Diritti in Comune.

L’obiettivo deve essere coerente con i principi della nostra comunità: una struttura inclusiva, democratica, agile e incisiva, in cui tutti e tutte si possano riconoscere e dare il proprio contributo politico; che sia in grado di porre domande, discutere ed elaborare risposte. Così da poter essere parte attiva di una cittadinanza e di una comunità che aspira al cambiamento della società, a partire dal territorio in cui vive.
Tante sono anche le difficoltà che sempre si disvelano lungo questo processo, che richiedono attenzione e il lavoro di tutte e tutti.

Non un mini-partito, non un movimento, ma un’associazione politica? Come normarla, come assicurane la vitalità e i pesi di un pensiero eterogeneo ma collettivo, come proteggerla e difenderla da interessi esterni? Queste e molte altre domande aspettano di essere discusse.

Il primo appuntamento è per venerdì 11 novembre, a partire dalle 17.30, presso la sala interna del Geff Cafè in via IV Novembre 88. Faremo un’assemblea aperta agli attivisti e attiviste, ai simpatizzanti e tutte quelle persone che vorranno aderire a Diritti in Comune, mettendoci dentro il proprio impegno concreto.

Centro commerciale sui ponti di Morena: Intervento urbanistico negli interessi del privato, pensare subito nuovo Prg

In queste ore stiamo assistendo alla messa a dimora dei primi prefabbricati che dovranno ospitare un supermercato e un fast-food nell’area dell’intervento G5 sui ponti di Morena, provocando la sacrosante indignazione di molti residenti che non conoscevano il carattere di questo intervento. Diritti in Comune ha provato a cercare soluzioni possibili per tamponare gli aspetti più problematici che riteniamo verranno ad inasprirsi con l’apertura del futuro centro commerciale, seppur ben consapevoli che ai danni fatti non c’è soluzione di sorta. Intanto va detto che il cosiddetto “ufficio speciale” della ex Giunta Ballico aveva modificato profondamente il progetto iniziale, apportando cambiamenti alla viabilità nell’esclusivo interesse del futuro centro commerciale, a discapito di automobilisti e pedoni. Soprattutto questi ultimi si sono visti privare di passaggi sicuri, con gravissimi disagi per chi deve raggiungere il centro cittadino a piedi o in bici. Come al solito: una città progettata a misura di automobile senza possibilità alternative. Ma i problemi sono evidenti anche con il trasporto pubblico, dove ad esempio gli autobus sono costretti ad invadere la corsia adiacente per riuscire a svoltare verso Morena. Sarebbe utile infine sapere se l’attuale realizzazione del comparto rispetta tutti gli standard previsti nelle norme tecniche di attuazione del Prg.

Come abbiamo detto più volte, l’urbanizzazione dell’intero comparto G5 è totalmente subordinata agli interessi specifici dei soggetti privati promotori del piano. L’intervento sarà devastante per il commercio locale e la vivibilità dei quartieri circostanti, gli stessi cittadini se ne stanno accorgendo già da mesi, visti i numerosi disagi che solo il cantiere sorto in quest’area di ingresso al centro cittadino sta comportando. Un’intera città in ostaggio di scelte politiche illogiche, con gravi responsabilità di tutte le ultime amministrazioni succedutesi negli anni. Una situazione destinata verosimilmente a peggiorare, a meno che, come abbiamo proposto in campagna elettorale, non si intervenga il prima possibile con interventi che provino a dare nuove risposte alle nuove esigenze. Tra queste anche la copertura dei valli ferroviari – ad esempio collegando via due Giugno con via S. Paolo della Croce – al fine di alleggerire il traffico locale.

Il Piano regolatore dava modo alla pubblica amministrazione di guidare il processo di sviluppo dell’area ma le varie giunte di centrosinistra e in ultima quella di centrodestra hanno deciso di non farlo, lasciando guidare il processo al soggetto privato con le conseguenze che stiamo vedendo. Ma lo stesso Prg viene seguito alla lettera solo quando deve rispondere agli interessi di quegli stessi soggetti privati, mentre, quando non lo fa, non si hanno problemi ad agire in variante. Non è mai successo che le varianti servissero per il bene collettivo – come appunto nel caso della copertura dei valli ferroviari – ma sempre e solo per soddisfare interessi particolari. Crediamo che la progettazione urbana potrà cambiare di passo solo prevedendo ed elaborando un nuovo Piano regolatore, adatto ai tempi e al tipo di città che si è venuta a creare, molto diversa da quella prevista e immaginata negli anni novanta. 

Bilancio AET in rosso: Votiamo contro, ma prendiamo atto degli impegni presi da Colella

Il bilancio di AET spa, società di igiene urbana controllata dal nostro comune col 97% di quote azionarie,
registra ancora un negativo nelle annualità relative agli anni 2020 e 2021 per un totale di 1 milione di
euro circa. Il recupero di queste perdite andrà ad erodere il capitale sociale aziendale ulteriormente, con
evidenti criticità e ricadute anche sull’ente controllore che dovrà nel prossimo bilancio di previsione
vincolare ulteriori somme a copertura di potenziali perdite. Chiudere due anni consecutivi in passivo è
sempre una notizia inquietante, soprattutto per chi lavora nell’azienda.

L’amministrazione ha tuttavia evidenziato come AET sia una società sana e con un potenziale margine
di crescita legato allo sviluppo di un piano industriale in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti con la
realizzazione di piccola impiantistica (impianti di compostaggio, recupero plastica, etc.). Più volte questo
bilancio è stato definito l’anno zero e l’operazione di monitoraggio finanziario iniziata nel 2020 è stata
definita necessaria “pulizia finanziaria”. Peccato che questa pulizia ricade sempre sulle nostre spalle,
che come ente locale ci approcciamo a spron battuto verso una nuova ricapitalizzazione.

Le forti perplessità sulla visione aziendale, da sempre fortemente incentrata sulla competizione nel
mercato tramite utilizzo improprio dello strumento di affidamento “in-house” – ultimo esempio con la
scelta insensata di andare a servire il Comune di Anzio vendendogli meno dell’1% delle quote azionarie –
ci ha visto esprimere un voto negativo alla proposta di delibera. Negli interventi abbiamo ribadito che
riteniamo imprescindibile un cambio di passo repentino, coerentemente con quanto presentato nel
nostro programma. Anche rispetto alla governance passata e presente riteniamo si debba chiudere la
stagione immediatamente e si debbano valutare tutte le azioni a difesa verso chi ha gestito i bilanci
aziendali negli in questo modo.

Abbiamo ascoltato e valutato positivamente una serie di obiettivi ed impegni assunti dalla Sindaca
nell’intervento conclusivo: compartecipazione delle quote azionarie con tutti i Comuni in cui AET è
operante, per abbattere il rischio di impresa che attualmente è tutto in capo alla nostra comunità (!);
impegno ad instaurare un clima diverso con i lavoratori dell’azienda e ridiscussione delle condizioni
salariali con adeguamento della contrattazione di secondo livello; continuo monitoraggio dei conti
aziendali di cui il Consiglio comunale verrà tenuto sistematicamente aggiornato.

Impegni assunti a voce ma importanti, a cui devono però ora seguire i fatti. La legge regionale e
l’identificazione degli ambiti territoriali estesi EGATO apre una nuova sfida per la nostra azienda:
auspichiamo che la cultura del business fatto con le aziende spa a capitale pubblico e con il rischio sulle
spalle dei cittadini, venga messa da parte una volta per sempre. I nuovi strumenti e la loro declinazione
devono essere utilizzati per garantire un maggiore controllo sull’indirizzo e le scelte delle società
partecipate, oggi ridotte non solo a Ciampino a carrozzoni utili più per gli interessi del sottobosco politico
che per le esigenze dei cittadini.

Gli scrutatori siano scelti con sorteggio, stop ai favoritismi!

La nomina degli scrutatori da assegnare ai vari seggi elettorali per garantire lo svolgimento dei lavori spetta alla commissione elettorale comunale, composta dal sindaco e da un numero prefissato di consiglieri comunali (tre a Ciampino, due di maggioranza e uno di minoranza). Nei limiti dei vincoli fissati dalla legge, la commissione elettorale procede alle designazioni sulla base di criteri discrezionali. 

Il gruppo consiliare di Diritti in Comune (DiC), dopo una attenta riflessione, ritiene sia necessario interrompere la malsana pratica di designazione eterodiretta dai membri della commissione. Una pratica resa ancora più malsana dalla volontà di “far pesare” il ruolo di governo e di opposizione. Tutti i cittadini che hanno fatto domanda, e sono regolarmente inseriti nell’elenco degli scrutatori, hanno pari dignità e devono poter avere le stesse possibilità di essere selezionati: per questo riteniamo la selezione tramite sorteggio l’unica via percorribile. 

Comprendiamo che nel caso di sorteggio si aprirebbero una serie di oggettive difficoltà per gli uffici comunali, già in forte difficoltà per la poca forza lavoro: le liste degli scrutatori non sono mai state aggiornate in quanto l’iscrizione è gratuita e dura a vita, motivo per cui molti dei presenti in lista sono addirittura defunti o hanno cambiato residenza. Spesso mancano completamente i recapiti telefonici e si fa fatica anche solo a contattare i selezionati, nonostante i tempi amministrativi per la selezione e i lavori impongano rapidità e prontezza. Il rischio, in caso di sorteggio, è quello di dover procedere a numerose sostituzioni il giorno stesso dell’insediamento, causando ritardi e complicando il lavoro dei seggi.

Tuttavia non si può continuare ad accettare di navigare sempre a vista, tra emergenze e disorganizzazione, scegliendo sempre il male minore. Così facendo si “giustificano” quelle pratiche che, nei fatti, rafforzano l’idea di politica come strumento “per avere qualche vantaggio rispetto agli altri”. Un approccio che non ci appartiene, e che crediamo non appartenga alla grande maggioranza dei cittadini di Ciampino.

Invitiamo gli altri gruppi consiliari e la Sindaca a prendere una posizione politica rispetto alle modalità con cui procedere. 

Per il futuro chiederemo, tramite apposita mozione consiliare che auspichiamo sia condivisa da tutti i gruppi politici, l’impegno dell’amministrazione all’attivazione di tutte le azioni necessarie a sanare le difficoltà degli uffici, al fine di stabilire un modus operandi diverso, funzionale ma al tempo stesso libero dalle ingerenze della politica, ad esempio sorteggiando una percentuale degli scrutatori tra i disoccupati del territorio, come già avviene in molti comuni.

Il gruppo consiliare di Diritti in Comune

Roma vuole spostare gli autodemolitori alle porte di Ciampino? Chiediamo chiarezza ed esprimiamo il timore della comunità

“Cosa si sta tentando di fare alle porte del nostro territorio, in merito alla delocalizzazione degli autodemolitori romani? Questa mattina stessa abbiamo protocollato un’interrogazione in merito alle allarmanti notizie che arrivano circa una prossima ordinanza del Sindaco di Roma finalizzata a spostare ai confini di Ciampino gran parte degli sfasciacarrozze della zona di Centocelle, dopo il grave incendio di luglio scorso di uno di questi”. Lo dichiara il movimento Diritti in Comune in una nota a seguito delle notizie uscite nella giornata di ieri su alcuni organi di stampa. 

“Siamo ben consapevoli dei problemi socio-ambientali del quadrante di Roma est – dichiara il consigliere comunale di DiC Alessandro Porchetta -, siamo in contatto con alcuni residenti dell’area e siamo solidali con le loro battaglie, ma la soluzione del Comune di Roma non può essere quella di riproporre esattamente lo stesso scenario in un’altra zona della città. La soluzione dovrebbe prevedere una localizzazione diffusa, caso per caso, senza andare a creare altri mostri ecologici come quello in questione. Per questo – prosegue Porchetta – chiediamo trasparenza ed un pronto intervento dell’Amministrazione comunale di Ciampino, sia per fare chiarezza sulla vicenda che per ribadire la forte preoccupazione della nostra comunità”. 

“Il Comune di Roma – conclude la consigliera comunale di DiC Francesca De Rosa – ancora una volta sembra avere intenzione di spostare i suoi problemi sull’estrema periferia romana e dunque sulla nostra Provincia. I Comuni dell’Area metropolitana non sono la discarica dell’Urbe, il modello individuato per la questione rifiuti non può continuare anche con il tema degli autodemolitori! L’area in questione ha vissuto anni di aggressione ambientale con la vergognosa baraccopoli monoetnica della Barbuta, chiusa un anno fa, dove abbiamo denunciato tante volte la rete di smaltimento illecito di rifiuti che portava al fenomeno dei roghi tossici. Oggi quell’area va urgentemente bonificata. L’ultima cosa da fare è spostarci l’ennesima bomba ecologica, in un territorio già martoriato da inquinamento aeroportuale e veicolare”.

Saremo opposizione vigile, a Colella chiediamo discontinuità

Facciamo gli auguri alla nuova sindaca di Ciampino, Emanuela Colella, da parte della comunità di Diritti in Comune, con la speranza di lavorare in Consiglio comunale per il bene comune e l’esclusivo interesse della collettività, ma soprattutto con la certezza di avere da parte nostra un’opposizione ferma, vigile, costruttiva e attenta a tutte le misure che la nuova giunta metterà in atto.

Siamo fiduciosi che il nuovo corso avrà un migliore riguardo nei confronti dei contrappesi consiliari, dei ruoli delle minoranze, delle garanzie democratiche. Ma siamo anche consapevoli che questo governo del centrosinistra parte senza aver intrapreso un serio percorso di rinnovamento, sia di classe dirigente che di politiche. Da parte nostra ribadiamo il nostro ruolo di guardiani attenti della città pubblica, sostenibile e partecipata, dai banchi della minoranza e dalle posizioni che abbiamo espresso nel nostro programma per Alessandro Porchetta sindaco. Auspichiamo però che la nuova Sindaca abbia da subito la volontà di rafforzare il tentativo di cambiare rotta, rapidamente, già con le prime scelte relative alla giunta comunale. La città ha bisogno di amministratori con un profilo politico chiaramente in rottura con la cultura politica delle passate amministrazioni di centrosinistra, nonché di figure qualificate, scelte per le loro competenze specifiche.

Se prevarrà la logica del bilancino e dell’equilibrismo tra portatori di voto non ci sarà nulla di nuovo sotto al sole. Il discorso vale ancora di più per le aziende partecipate, che, almeno per ASP, dovranno essere guidate verso il rapido ritorno ad Azienda Speciale Comunale tramite una gestione dall’indirizzo politico orientato alla tutela esclusiva dei servizi pubblici di qualità, che dovranno tornare ad essere economicamente sostenibili per le famiglie (i.e. mense) e fuori da logiche di mercato. Per fare questo però non basta la buona volontà politica, servono persone altamente qualificate, competenze e professionalità indiscutibili. Oggi la neo Sindaca ha la forza di fare queste scelte, coerentemente con quanto dichiarato in campagna elettorale: già da domani sarà più debole se le scelte fatte non saranno andate in questa direzione a causa dei veti dei vari partiti o dei personalismi, in primis interni al Partito Democratico.

Sappiamo infatti che la cultura dei partiti nazionali che guidano i processi politici sul nostro territorio è ben lontana dal voler dare rappresentanza agli interessi pubblici delle comunità. Per questo crediamo che un reale e profondo cambiamento non potrà avvenire seguendo le logiche del mondo dei partiti “tradizionali”, un mondo che allontana la gente dalle urne e che si trova concorde nel seguire l’agenda neoliberista a tutti i livelli.

Per questo, scongiurato un ritorno delle destre più nostalgiche, reazionarie e affaristiche del Lazio, il nostro obiettivo resta quello di dare una solida casa politica ai cittadini e le cittadine che si organizzano dal basso a Ciampino, che non si arrendono al “sempre uguale” ma hanno la pazienza di costruire un pezzo alla volta quella alternativa che serve alla città, al Paese, al mondo intero. Noi lavoriamo per rafforzare questa opzione a Ciampino attraverso la ricostruzione di un soggetto politico autonomo, avanguardia nella capacità di tessere relazioni comunitarie libere da dinamiche di potere e partitiche classiche.

Porchetta, lettera aperta in risposta alla candidata Ballico

Comprendo che le elezioni comunali possano rappresentare per qualcuno un’ancora di salvezza, magari quel lavoro a tempo pieno che manca, la svolta di una vita. Finché sfottono il mio cognome rappresentando una “porchetta senza testa”, mi ci faccio una risata su e un po’ li compatisco. Ciascuno ha il suo stile, che certamente non si insegna. Certo che i difensori della “famiglia tradizionale” che sfottono i cognomi, i quali si portano dietro tutta la storia di una famiglia, definiscono il livello culturale e anche la scarsa coerenza.
Quando però scrivono che io sarei “la stampella dei palazzinari”, perché con il comunicato di ieri regalerò di fatto la città ai palazzinari, devo necessariamente prendere parola e rispondere alla leader strillona del centrodestra, alla piccola “Meloni ciampinese”.
In primis invito tutti a riflettere su chi l’ha selezionata, non una ma ben due volte, ovvero quella “classe politica” del centrodestra romano che è da sempre la faccia istituzionale di palazzinari e poteri forti. Da sempre. Che poi scusi, signora Ballico, non è così anche per lei qui a Ciampino? Proviamo a capire un po’ meglio.

Ricorda il Piano Integrato di Via Reverberi? Nonostante le promesse prese davanti a me e a tanti cittadini prima delle elezioni ha regalato a un noto costruttore ciampinese la possibilità di completare la realizzazione delle sue palazzine, rimandando il completamento dei lavori pubblici previsti nella cantina sociale, previsto come compensazione, ad un momento successivo. Come? Redigendo un cronoprogramma che dà al costruttore di cui sopra circa 2 anni di tempo in più per l’inizio dei lavori successivi al rilascio della licenza edilizia.
Quello che la signora Ballico e i suoi tecnici dovrebbero spiegarci è perché sia stato stralciato quanto era stato invece sottoscritto dalla commissaria prefettizia in un precedente un accordo di programma che obbligava il costruttore a fare esattamente il contrario. Prima si realizza l’opera di pubblica utilità, poi l’intervento edilizio. Io un’idea ce l’ho ma sarebbe gradita una sua risposta.
Chi è la stampella dei costruttori? Lei o chi come me in Consiglio comunale si è opposto a tutto questo?

Andiamo avanti, e parliamo dei suoi collaboratori. Lei ha portato a Ciampino nel suo team diversi dirigenti romani che parteciparono attivamente, da protagonisti, alla costruzione del piano regolatore di Veltroni, e ora ci viene a parlare di palazzinari e alternativa al PD? Lei che si è circondata dei tecnici e professori universitari pagati lautamente, tramite consulenze faraoniche che sono costate alla città circa 110 mila euro a fronte di un processo di rigenerazione urbana mai partito?

Lei ha l’ardire di associare la mia persona “ai palazzinari”?
Forse è un problema di memoria! Se così è, per iniziare, si faccia raccontare il ruolo politico del centrodestra nell’approvazione delle varianti al piano regolatore di Ciampino, in particolare delle zone legge 167, qualora non lo conosca bene. Si faccia raccontare come per venti anni il centrodestra a Ciampino ha coscientemente deciso di abdicare a qualunque forma di opposizione alle scelte del centrosinistra, in cambio di strapuntini e accordi politici “ai più alti piani” che tutti conoscono, e che volendo sono facilmente identificabili con cariche. Di senatori d’altronde ne abbiamo avuti pochi in questo territorio.

Soprattutto si faccia raccontare di Colle Oliva, su questo può chiedere delucidazioni al suo ex vicesindaco che la vicenda la conosce molto bene. Vede, io quando facevo le battaglie a Ciampino per la città pubblica, lei non sapeva neanche dove fosse la nostra città. Poi è stata catapultata qui dagli organismi politici di partito ed ha vinto meritatamente le elezioni. Chapeu. In due anni è riuscita nell’impresa di perdere una maggioranza bulgara e senza colpo ferire si ripresenta senza uno stralcio di autocritica.
Io però in questi due anni e mezzo ho visto lei e la sua gente all’opera: ho letto e studiato i suoi “progetti” (in realtà semplici rendering in 3D il più delle volte, ma al tempo della propaganda li passiamo come progetti) e quindi mi permetto di esercitare il legittimo diritto di critica politica, nel merito.
I suoi progetti ridurrebbero Ciampino ad essere una città privatizzata, senza quasi più nulla di pubblico. Per questo ho contrastato in prima persona quei progetti di cui tanto lei si vanta. Ho contrastato in particolare il progetto di svendita della Cantina sociale, che lei vorrebbe convertire in un centro di analisi e una filiale bancaria. La nostra ex Cantina sociale, quella che aspettiamo da venti anni, e che è stata pensata come polo culturale e che lei vorrebbe regalare a un altro privato, quando mancano 100 metri dall’arrivo dalla conclusione dell’opera!

In questi due anni ho anche partecipato a tre esposti all’Autorità Nazionale Anti-Corruzione, insieme a tanti altri consiglieri di minoranza, da lei sempre considerati un peso per i suoi grandi obiettivi, più che un pezzo di rappresentanza democratica dei cittadini elettori.
Colgo l’occasione per ricordarle che l’ANAC è riuscita a riprenderla per ben due volte in tre anni: la prima volta con sospensiva di tre mesi dall’assegnazione degli incarichi e la seconda facendole notare che i progetti agli architetti si affidano per bando, e non facendoli lavorare gratis per farsi scrivere il progetto in cambio di un impegno a dargli successivamente la direzione dei lavori!
Signora Ballico esistono ancora le regole in questo paese, nonostante un pezzo significativo di ceto politico le consideri sempre un limite alla “giusta” sfrontatezza!

Ho visto inoltre in questi due anni l’arroganza e la prepotenza di chi non ha mai rispettato le minoranze e non ha mai voluto un confronto politico, di chi spegneva il microfono durante gli interventi di Consiglio comunale grazie alla gestione dell’organo garante, la Presidenza del Consiglio comunale, che si è contraddistinto per prepotenza e non rispetto delle regole civili.
Concludo dicendo che non è vero che destra e sinistra non esistono più: lei signora Ballico è una donna di destra, di estrema destra come sostiene la sua leader di partito Giorgia Meloni. Lei sostiene e si riconosce in valori umani e politici lontani anni luce dai miei, e non capisco perché non dovrei tenere conto nelle mie valutazioni politiche.
Io ho ascoltato il discorso della Meloni dal palco di Vox, organizzazione di estrema destra spagnola che si contraddistingue per le retate contro gli immigrati e gli slogan pieni di odio e violenza. Non ho “avuto paura” come dicono alcuni, ho provato solo ribrezzo e rabbia per quelle parole. Rabbia per quei rigurgiti che cavalcano la crisi economica e le difficoltà delle persone comuni indicandogli un falso nemico e una finta soluzione.
Io appartengo all’altra parte del mondo, sarà per questo che quando ho visto camminare negli uffici comunali uno come Ciavardini, condannato per la strage di Bologna e amico di qualche suo compagno di viaggio, mi ha nuovamente ribollito il sangue.

Pensi, signora Ballico. Lei ha fatto talmente tanto in due anni che è riuscita nell’impresa di farmi dire che l’altra opzione, il centrosinistra le cui scelte ho combattuto per strada una vita, e che ancora oggi non mostra segni significativi di discontinuità politica, è meno pericoloso di quella che ha in mente lei per questa città.
Io non mi rassegno certamente al meno peggio e, in completa autonomia e insieme a chi crede che un altro mondo sia ancora possibile, continuerò a sfidare le vostre, terribili per me, idee politiche.
Sino alla vittoria.

Ballottaggio: Non un voto alle destre!

Il percorso politico di Diritti in Comune nasce come alternativa e in contrapposizione alle ultime giunte di centrosinistra, provenendo in larga parte da esperienze di opposizione sociale a quelle esperienze di governo. Ricordiamo bene l’aggressione al patrimonio e ai servizi pubblici ad opera delle giunte a guida Pd – perché eravamo spesso gli unici ad opporsi mentre centrodestra e centrosinistra si accordavano sottobanco – e siamo consapevoli che non si è ancora verificato l’auspicato rinnovamento in quel fronte politico.

Allo stesso modo, i due anni di amministrazione Ballico ci hanno visto fermamente all’opposizione del suo progetto devastante per la città, caratterizzato, come ha ricordato il nostro candidato sindaco Alessandro Porchetta, dal totale spregio delle regole e dei ruoli della democrazia rappresentativa, dall’azione politica di una destra nostalgica e revisionista, e soprattutto da un preciso disegno di alienazione della città pubblica, rivendicato dal centrodestra in questa campagna elettorale.

Forti del nostro straordinario risultato di coalizione e del successo della lista di DiC, che rappresenta una delle poche forze politiche in ascesa a Ciampino, ci siamo presi l’impegno di onorare il nostro programma elettorale dal ruolo cui siamo stati demandati dall’elettorato: nella minoranza consiliare. Questo non significa però che al ballottaggio saremo equidistanti. Abbiamo ricevuto dalla candidata Emanuela Colella sostanziali aperture ad affrontare in Consiglio comunale alcune delle nostre rivendicazioni programmatiche. Un impegno che può essere mantenuto o meno, però esiste ed è stato preso dalla candidata in persona. Dall’altra parte, il centrodestra continua a propinarci il suo programma come intoccabile e perfetto, quando al contrario noi pensiamo che rappresenti la pietra tombale di ciò che resta della città pubblica.

Non c’è altra scelta possibile, rimanere immobili oggi significa consegnare la città in mano a interessi privati che, in nome del profitto, trasformeranno definitivamente la nostra città in una periferia commerciale senz’anima e senza futuro. Il progetto sulla ex Cantina sociale parla chiaro, così come molte altre delle scelte messe in campo dalla giunta Ballico. Per questo abbiamo detto: non un voto a queste destre! I nostri elettori non sono pacchetti di voti da spostare a piacimento, sono capaci di fare le proprie scelte. Da parte nostra possiamo solo essere coerenti con il nostro percorso politico degli ultimi anni e dunque ribadire che la giunta Ballico è la peggiore delle opzioni in campo. Per questo ci esponiamo affinché non torni al governo della città di Ciampino.

Per concludere, abbiamo sempre detto che il bipolarismo ciampinese porta avanti la stessa agenda di potere economico neoliberista, dunque il nostro impegno resta fermo nel tentare di cambiare le cose attraverso scelte politiche reali, che aggrediscano quel blocco di potere e riconsegnino la città ai propri cittadini. Su quel fronte ci troverete sempre: prima, durante e dopo ogni elezione.

Porchetta intervistato da DIRE su salute, Igdo e tanto altro…

(DIRE) Roma, 28 mag. – “Il rischio della Case di comunità, già ampiamente denunciato, è di avere un investimento forte che però per problemi legati al personale non coperto dal PNRR, potrebbe di fatto bloccarsi per carenze di risorse professionali e di tecnologie. Non è questione di spazi, quelli sono stati identificati e finanziati in ambito PNRR, ma c’è bisogno di
medici, pediatri, specialisti, infermieri di comunità”. Alla Dire il candidato sindaco Alessandro Porchetta, 38 anni, un passato d’impegno per la cittadina alle porte della Capitale che torna al voto il 12 giugno e professore associato in chimica all’Università Tor Vergata, sostenuto dalle liste civiche ‘Diritti in comune’, ‘Partecipazione attiva’ e ‘Insieme per Ciampino’, nella querelle elettorale sul presidio sanitario per Ciampino lancia l’allarme di non cadere nella trappola di ‘cattedrali nel deserto’, senza risorse professionali adeguate e la necessaria tecnologia. E proprio su questo Porchetta ritiene che la strada da percorrere sia quella di “un ufficio di scopo per fund raising: fondi europei, finanziamento da fondazioni”, cita come esempi, orientando il lavoro sul distretto sanitario Marino-Ciampino, coinvolgendo la figura del sindaco “che ha un ruolo fondamentale, come responsabile della salute, nella
conferenza sanitaria locale ed è coinvolto direttamente nei piani programmatici dell’Asl anche per verifica e controllo”. Perché senza un’adeguata programmazione i fondi non vengono utilizzati, come accaduto in passato: “Ci sono stati fondi del distretto sanitario regionale non utilizzati per difficoltà burocratiche e mancata approvazione di bilanci, una vergogna”, ricorda il candidato.

Guardando al futuro Porchetta parla di “mettere in piedi un sistema efficiente di analisi dati a disposizione, una programmazione di indicatori come l’ indice BES, un osservatorio permanente sui dati per il benessere territorio”, un sistema che consenta una programmazione attenta alle reali necessità del territorio, ma intanto, guardando alle emergenze, ci sono delle chiare priorità per i suoi primi tre mesi di governo: “La
manutenzione ordinaria dei plessi scolastici, perché la situazione è drammatica- sottolinea- e il verde pubblico”. E ancora, sempre nel programma, altri punti cardine sono:
“L’integrazione dell’attività sanitaria con i servizi sociali, l’istituzione della figura del Garante infanzia e adolescenza e uno sportello anti violenza nella Casa di Comunità” e non da ultimo “andare in Regione affinché la neuropsichiatria infantile e il consultorio di Ciampino siano garantiti come servizio sanitario territoriale con un numero adeguato di personale
medico”.

Alessandro Porchetta risponde anche sull’IGDO, tema struggente per i ciampinesi che al centro della loro città hanno una montagna di macerie dell’istituto religioso bombardato dal
lontano 1943. Il tema è spesso portato in auge dalla candidata di centro- destra Daniela Ballico che, con una lista che la sostiene e porta il nome del complesso bombardato, ne ha fatto tema cruciale della sua campagna elettorale e che durante la sua consiliatura ha fatto una delibera per la riappropriazione da parte del Comune del bene oggi in mano all’imprenditore privato Schiaffini. Porchetta sul tema invita a non cadere in facili entusiasmi: “Bugie e chiacchiere da bar- dice- La pubblica utilità non si dimostra con una delibera di giunta, il progetto Ballico non c’è ed il privato non ha intenzione di cedere. È stata solo una generica manifestazione di volontà politica condivisibile – il sindaco del PD Terzulli non partecipò all’asta pubblica- ricorda- ma non c’è nessuna declinazione amministrativa
concreta: serve una variante al PRG, l’approvazione della stessa in Comune e Regione, e un progetto concordato con la Soprintendenza. Ci vogliono anni e per ricostruirlo per noi è
fondamentale sentire i cittadini su cosa fare tramite un laboratorio di partecipazione progettuale”.

Oggi, sabato 28 maggio, il candidato Porchetta e la squadra che lo sostiene con i cittadini appassionati animeranno una passeggiata lungo il Parco Fluviale – progetto su cui Porchetta è al lavoro da tempo – della Mola Cavona e della Torre dell’Acqua Sotterra: “Abbiamo in mente l’istituzione di un parco fluviale intorno al fosso, che vorremmo recuperare, e realizzarvi una pista ciclabile e un percorso pedonale. Un progetto che insieme alla realizzazione del Parco di Mura dei Francesi cambierà il volto alla città. Siamo in attesa da quando alcune scoperte archeologiche hanno permesso di mettere il vincolo sulla zona
impedendo che sorgessero nuove palazzine. Dopo la cura del cemento, noi saremo quelli che verranno ricordati per la cura del verde a Ciampino”, rimarca.

Tornando ai numeri e all’aspra competizione elettorale, il pensiero va all’ipotesi del ballottaggio. Se fosse tra Ballico (Fdi) e Colella (Pd), Porchetta ha un indirizzo da dare ai suoi elettori? “Ora- risponde- siamo concentrati sul nostro percorso, in quel caso apriremo un confronto a nostro interno e pubblico all’esterno. Vinciamo noi, ma se non fossimo noi a vincere chiameremo la candidata di centro sinistra a confrontarsi pubblicamente sui temi, e saranno i cittadini a decidere cosa vorranno fare. Non ci sarà nessun accordo di governo al secondo turno, questo è sicuro”, e pensando ai cugini francesi Porchetta ironizza: in ogni caso “come dice Melanchon… no Le Pen, non un voto alla Ballico”.
(Sim/ Dire)
09:14 28-05-22

La coalizione di Alessandro Porchetta ufficializza le liste: “Pronti a vincere per trasformare la città”

Ieri pomeriggio abbiamo depositato in Municipio le liste della nostra coalizione: da questo momento parte ufficialmente la campagna elettorale per Alessandro Porchetta Sindaco.

Tre liste, espressione di mondi e storie diverse, unite dalla medesima necessità di un radicale cambiamento a Ciampino rispetto al passato. Siamo donne e uomini comuni, i nostri candidati e candidate provengono dai quartieri, dai comitati, dall’associazionismo, dal mondo del lavoro, le piccole e medie imprese, la scuola e la sanità.
Siamo cittadini che hanno deciso di cambiare le cose, di giocare questa importante partita per Ciampino in prima linea, decisi a vincere per trasformare in meglio il destino della nostra città.

Vogliamo una Ciampino pubblica e saremo il governo dei cittadini che entrano nelle Istituzioni per realizzarla. Il palazzo di largo Felice Armati, per noi, non sarà un punto d’arrivo, ma il punto di partenza di un processo che rinnoverà nel profondo il modo di intendere la città.

Il nostro programma è chiaro in tal senso, è un lavoro attento e per noi fondamentale, che presenteremo nei prossimi giorni attraverso iniziative specifiche: un nuovo modello di convivenza tra uomo e natura; aziende pubbliche pensate nell’interesse dei cittadini e non per fare business; un Comune trasparente, attento alle esigenze della scuola, ai servizi pubblici, alle politiche attive per il lavoro, al rilancio di un patrimonio pubblico finalmente aperto, fruibile e co-gestito dalle persone che vivono la città. Il nostro obiettivo è rimettere in comune ciò che appartiene a tutti

Siamo una coalizione ampia e popolare, progressista ma capace di andare oltre i vecchi steccati della politica. Abbiamo l’appoggio e il contributo diretto di personalità che hanno esperienze amministrative, nonché di due ex-candidati a Sindaco di due diverse coalizioni all’ultima tornata elettorale. Segno dell’interesse che la nostra proposta suscita nella politica in modo trasversale. Ma abbiamo anche il sostegno di realtà civiche, movimenti e singoli cittadini che provengono dalle lotte storiche di questa nostra città, in ambito sociale e ambientale, dell’attivismo culturale e del tessuto più vivo e più intraprendente del territorio.

Sono tutte e tutti loro che hanno animato le nostre tre liste: Diritti in Comune, Insieme per Ciampino e Partecipazione Attiva.
Con la coalizione per Alessandro Porchetta Sindaco, Ciampino è pronta a rinascere come città pubblica, inclusiva, vivibile, a misura di cittadino. Una città sicura ed ecologica, che vive, partecipa e progetta il proprio futuro. Cambiamola davvero, la nostra città!