Diritti in Comune alle elezioni del 12 giugno, per Alessandro Porchetta Sindaco

Ci siamo!

Questo è il simbolo con cui il nostro movimento si presenterà alle elezioni comunali del prossimo 12 giugno, con la coalizione che sostiene Alessandro Porchetta Sindaco. Siamo una lista di donne e uomini comuni, lavoratori e lavoratrici, disoccupati, commercianti, professionisti, studenti e studentesse, persone che si impegnano per il territorio, nell’associazionismo, per la difesa dei beni comuni. Non ci vedete solo sotto elezioni, ma ci incontrate ogni giorno dell’anno per le strade, nei comitati, nelle palestre, nei posti di lavoro, nelle attività sociali. Siamo una lista che porta avanti i temi della città pubblica, per il rilancio dei servizi locali, rivendicando una gestione nuova e virtuosa, libera dal clientelismo, in contrapposizione a chi propone solo privatizzazioni e sacrifici a chi lavora. Siamo una confluenza di anime civiche e politiche, con l’obiettivo di un governo cittadino che vada verso il superamento delle ricette del neoliberismo, del saccheggio del territorio, della devastazione ambientale, del patriarcato, della xenofobia e della guerra tra ultimi. 

Ci candidiamo a governare Ciampino, laddove tutti gli altri hanno fallito. Siamo i cittadini e le cittadine che meritano un cambiamento reale, che hanno deciso di mettersi insieme per portare in Comune le istanze delle persone in carne ed ossa, per avere finalmente una città pubblica, sostenibile e partecipata. 

Ciampino cambia, davvero.

 

Sull’ex Ostello basta propaganda! La nostra proposta: un centro per educazione ambientale e cultura

La campagna elettorale ancora non è iniziata e già abbonda la propaganda. Il terreno è ovviamente quello social, nel quale a dominare è la comunicazione spot, la proposta ad effetto, la polemica spicciola. L’ultima si è accesa sul destino della struttura comunale di Via Malvin Jones, il Casale dei Monaci e annesso ex Ostello sul quale il PD ha avanzato la proposta di metterlo a disposizione per ospitare i profughi ucraini in fuga dalla guerra. L’ex Sindaca e attuale candidata del centrodestra Daniela Ballico interviene subito, liquidando come propaganda la proposta e pubblicando una sua missiva indirizzata al Direttore Generale della ASL RM6 pochi giorni prima della sua caduta. Con una email su carta intestata, afferma si sia avviato un percorso perché quella struttura possa diventare un Ospedale di Comunità. 

Facciamo chiarezza. La Regione del Lazio con Deliberazione di Giunta n. 1005 del 30 dicembre 2021 ha reso noto l’elenco delle strutture per l’assistenza sanitaria territoriale alle quali saranno indirizzati i fondi della Missione 6 – Salute del PNRR, in particolare per le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità. Tra i diversi investimenti che riguardano l’ASL RM6 è previsto un unico intervento che riguarda la città di Ciampino, sulla sede del Distretto H3 di Via Mario Calò, per la realizzazione di una Casa della Comunità. Dunque al di là di quella lettera, non c’è altro. E non potrebbe essere altrimenti, visto che il Comune non ha alcuna competenza in merito. Fa inoltre sorridere come la signora Ballico accusi gli ex ospiti di responsabilità sullo stato dell’immobile quando a noi risulta, da nota n.24523 di Giugno 2020 redatta dall’ufficio patrimonio, una situazione debitoria sui canoni di locazione mai evasi dell’azienda A.S.P. per una somma pari a 195 mila euro! 

Veniamo alla proposta del PD. Per quanto la proposta sia lodevole almeno nelle intenzioni, se misurata sulla tragedia della guerra in atto, la troviamo fuori tempo massimo e inconsistente nei fatti. Quando il centro di accoglienza per rifugiati è stato chiuso nessuna voce contraria si alzò oltre la nostra, e ora viene lecito domandarsi il perché. Come non ricordare poi che quando il servizio era gestito dalla Eriches29, della galassia 29 Giugno ai tempi di mafia capitale, l’amministrazione Terzulli si dimenticò completamente di esercitare qualunque forma di controllo dell’appalto e delle mansioni da svolgere, al punto tale che solo le proposte/proteste delle realtà civiche e associative riuscirono a strappare la manutenzione ordinaria e straordinaria sulla struttura che cadeva a pezzi. L’esperienza ci ha poi insegnato come quello spazio, essendo molto lontano dalla città e non semplice da raggiungere, non sia il luogo migliore per l’accoglienza, a meno di non ridurre questo concetto alla fornitura di un pasto caldo e di un letto. 

Per noi è tempo di tracciare una proposta compiuta, in grado di andare oltre ogni spot. Una proposta economicamente sostenibile e coerente, in grado di intercettare finanziamenti sovracomunali e che abbia l’ambizione di integrare gli immobili nella cornice dell’area circostante: il Parco del Muro dei Francesi. La nostra proposta è quella di realizzare nell’area un “Centro strategico per l’educazione ambientale e la cultura” di valenza regionale, attraverso una stretta sinergia con l’Ente Parco Castelli Romani e la Regione Lazio. Immaginiamo gli immobili inseriti nella cornice del Parco in grado di accogliere studenti, ricercatori, corsi di formazione altamente qualificanti in campo ambientale e residenze artistiche temporanee. Tenendo anche conto del patrimonio archeologico presente   nell’area, che dovrà essere messo in rete con il sistema territoriale del Parco dell’Appia Antica.

Un polo strategico dove anche le associazioni culturali del territorio che ne faranno richiesta avranno uno spazio per le loro attività, grazie al regolamento dei Beni Comuni che andremo ad approvare subito in consiglio comunale. Uno spazio per la Cultura e per l’Ambiente in grado di generare anche ricadute economiche positive sul territorio ciampinese tutto.

 

 

Diritti in Comune: sabato 5 in piazza a Roma per la pace

Di fronte all’intollerabile scenario di guerra che si è venuto a determinare con l’invasione russa dell’Ucraina, Diritti in Comune si unisce agli appelli per la pace e la diplomazia avanzati dal mondo delle associazioni, dei sindacati, degli enti pubblici e privati, laici ed ecclesiastici, dalla risoluzione ONU votata ieri e dalle parole inequivocabili della Costituzione italiana nel suo articolo 11. 

In questo quadro, crediamo fermamente che:

  1. La popolazione civile va tutelata sopra ogni altro calcolo di interessi. Per questo ci uniamo all’appello per il ritiro immediato delle truppe d’invasione russe dal suolo ucraino, in quella che consideriamo una scellerata aggressione imperialista. Chiediamo l’impegno per una de-escalation che parta dalla messa in discussione dell’allargamento della NATO, a prescindere da Putin o da chiunque altro, per la creazione di spazi neutrali e disallineati che possano costituire il nucleo futuro di un mondo multipolare e un sistema di sicurezza condiviso tra le nazioni. 
  2. I profughi che scappano da questa guerra devono essere accolti tutti, senza distinzioni, così come ogni migrante in fuga da qualsiasi guerra o situazione di instabilità nel proprio paese. L’accoglienza alle famiglie ucraine di questi giorni è encomiabile, tuttavia si registrano comprovati respingimenti dei non-bianchi e dei non-cristiani che fuggono dall’Ucraina in guerra. I paesi dell’est membri della UE stanno operando scelte illegali, discriminatorie e razziste ai propri confini, mentre prosegue la scandalosa esclusione dal sistema di accoglienza dei migranti afghani, in fuga dalla rappresaglia talebana. Vogliamo anche ribadire la nostra perplessità di fronte a quei soggetti politici che si dicono oggi per l’accoglienza dei cittadini ucraini ma hanno sempre manifestato politiche di aperta xenofobia o hanno ratificato in Parlamento misure razzializzanti come i decreti Minniti o il rifinanziamento del sistema-lager in Libia. Ci auguriamo che questa nuova sensibilità, soprattutto da parte dei cosiddetti partiti progressisti, sia l’inizio di una critica interna delle proprie scelte sbagliate in merito. 
  3. Ci diciamo contrari ad ogni invio di materiale bellico offensivo in Ucraina. Condividiamo in merito le parole della Rete pace e disarmo secondo cui l’invio di armi non serve alla pace. Questo non solo per ragioni di etica morale, ma per motivi concreti: inviare armi in Libia, in Afghanistan, in Iraq, ha portato solo terrorismo e guerre civili permanenti. Esistono poi problemi logistici per l’Ucraina: non sappiamo a chi possono finire in mano e, anzi, possono diventare lo strumento che alimenta il conflitto tra milizie radicalizzate su entrambi i fronti. Crediamo nella via diplomatica, così come delineata e caldeggiata, tra gli altri, dall’assemblea delle Nazioni Unite e dal papa della chiesa cattolica. Crediamo che un’alternativa concreta, per aiutare le truppe regolari ucraine a difendere i civili, possa essere l’invio di aiuti umanitari e materiale non-offensivo (giubbotti anti-proiettile e altre forniture di protezione), così come proposto da alcune forze di governo europee. La via maestra resta la ricerca di una soluzione diplomatica, in fretta e senza indugi. Nessun analista militare vede possibile oggi una vittoria bellica dell’Ucraina, dunque l’alternativa è tra un conflitto mondiale contro una potenza nucleare, nel quale ci prendiamo tutti la responsabilità di intervenire direttamente, o la via diplomatica verso una soluzione non bellica, per la tutela degli equilibri, della pace globale, della sopravvivenza della specie umana. 
  4. Il “fronte interno” politico e culturale che si sta delineando nella nostra società, è grave ed intollerabile. Episodi di russofobia, spesso paradossali, si registrano ormai dal mondo accademico a quello dell’arte. Le accuse verso il movimento pacifista assumono i toni dell’interventismo culturale che credevamo esserci lasciati alle spalle un secolo fa, con tanto di accuse di diserzione e rifiuto dell’analisi della complessità. Sappiamo che in Ucraina si scontrano interessi globali, anzitutto energetici, innestati su un conflitto etnico fomentato ad arte da entrambi i lati. Prendere la parte dei popoli aggrediti è giusto, mentre introiettare le ragioni di una parte dentro un conflitto etnico-identitario, per noi europei che dovremmo credere nella solidarietà tra i popoli, può essere l’inizio di una spirale pericolosa. Siamo per un’Ucraina plurinazionale e per un’Europa di tutti i suoi popoli. Per questo non accettiamo alcuna forma di censura di culture identificate come “nemiche” e mettiamo in guardia da una simile deriva dentro le nostre società, anche locali. 
  5. Ancora una volta, come abbiamo sempre fatto come forza politica locale, ci schieriamo per l’autodeterminazione dei popoli contro l’arroganza degli imperi. Così come siamo stati in piazza nella nostra città per il Rojava contro l’invasione da parte della Turchia, per la Palestina contro le continue guerre sporche e le ripetute annessioni territoriali di Israele, oggi siamo accanto alle popolazioni dell’Ucraina nelle loro sfaccettate diversità, le loro legittime aspirazioni, consapevoli che andrà anzitutto ricercata una pace interna a quel meraviglioso paese, da Kiev al Donbass, verso una soluzione di convivenza, plurinazionalità, neutralità. Per quanto difficile, di fronte alle spinte imperialiste su entrambi i lati, crediamo sia il cammino che l’Ucraina e l’Europa tutta dovrebbero tentare. 

Per tutte queste ragioni saremo in piazza sabato 5 marzo a Roma, accanto alla Rete pace e disarmo e le altre organizzazioni aderenti alla manifestazione per la pace in Ucraina. Dare un segnale con la nostra presenza è fondamentale. L’appuntamento dalla stazione di Ciampino, lato piazza L. Rizzo, è alle ore 13.20. 

Porchetta si candida a Sindaco: Una coalizione alternativa per la città pubblica

Un gruppo sempre maggiore di cittadine e cittadini, forze politiche, movimenti civici, si sono ritrovati per costruire una proposta politica alternativa al centrodestra e al centrosinistra per le elezioni amministrative del 2022 a Ciampino. Attorno a un’idea di città pubblica, in cui finalmente Beni Comuni e servizi tornino nelle disponibilità e per gli interessi della cittadinanza, per la tutela dell’ambiente e del bene comune, sta prendendo vita una coalizione che candiderà a Sindaco il ricercatore universitario Alessandro Porchetta. Tra le forze organizzate promotrici di questa proposta troviamo Diritti in Comune, Europa Verde Ciampino, Partecipazione Attiva, Possibile, nonché militanti di Rifondazione comunista. 

Volto noto delle battaglie cittadine per la dignità degli ultimi, dei movimenti locali ambientalisti, delle vertenze sindacali di base, Alessandro Porchetta è oggi un attivista del movimento Diritti in Comune, per il quale ha svolto il ruolo di Consigliere comunale nel biennio 2020-21. Nell’ambito di questa esperienza è stato uno dei rappresentanti eletti più attivi, in un serrato lavoro di squadra con la sua forza politica, sempre rivolto allo studio dei problemi, alla critica puntuale e alla proposta concreta, rappresentando un punto di riferimento per tanti cittadini e cittadine che hanno avuto in lui una voce dentro le istituzioni a difesa delle proprie istanze. Siamo certi che chiunque viva le difficoltà di una Ciampino abbandonata a sé stessa da chi l’ha amministrata prima, possa trovare nel nostro programma partecipato e in Alessandro Porchetta una valida alternativa al rischio di farla ricadere nelle stesse mani.

“Le classi dirigenti del centrosinistra prima e del centrodestra poi, se così vogliamo ancora chiamarle, hanno fallito miseramente – dichiara Porchetta in una nota – e ci lasciano una città incompiuta, schiacciata tra un consumo di suolo ogni anno più grave e una mobilità insostenibile, dove i servizi pubblici sono sempre meno, così come il verde urbano realmente fruibile per i cittadini. Gran parte del patrimonio pubblico cade a pezzi e la ristrutturazione del polo della ex cantina sociale non vede ancora luce, nonostante le promesse di tutti. Due anni scarsi di amministrazione Ballico sono riusciti nell’impresa unica di far ancora peggio di prima: le destre avevano il sogno di appaltare a soggetti privati tutti i beni costituenti il nostro patrimonio comunale, secondo la stessa inossidabile logica di mercato che per decenni ha prevalso nel governo di Ciampino, ma per fortuna li abbiamo mandati a casa. Ora è ricominciato il balletto dei candidati, tra chi va da una parte chi va dall’altra spostando presunti pacchetti di voti. Il solito meccanismo costruito sulla totale inconsistenza di una qualunque proposta, visione o idea della città del futuro. Un quadro francamente imbarazzante che speriamo i cittadini rispediscano al mittente.”

“Per questo lanciamo la nostra proposta, in totale contrapposizione con il passato: una proposta aperta a tutte quelle realtà sane cittadine, dal mondo ecologista e dell’impegno sociale, a chi vive nella periferia di Ciampino o nei quartieri più popolari, e vorrebbe una città diversa. La nostra è una proposta politica, prima che elettorale, e la vogliamo costruire attraverso un percorso di condivisione di tematiche e prospettive il più possibile pubblico e partecipato, come da nostra tradizione. Se sarò Sindaco mensilmente avremo iniziative nei vari quartieri, con la Giunta e i dirigenti al mio fianco per ascoltare i problemi concreti di chi vive la città. Istituzionalizzeremo strumenti di democrazia diretta, partecipata e di controllo popolare fin dai primi mesi, andando ad approvare da subito il regolamento per la gestione dei Beni Comuni. 

Abbiamo individuato le priorità di azione nella la realizzazione del Parco del Muro dei Francesi, il completamento della cantina sociale, il superamento delle attuali aziende partecipate per riconvertirle in aziende comunali pubbliche, il rilancio della proposta culturale cittadina attraverso adeguate risorse, piste ciclabili e potenziamento del trasporto pubblico locale, e poi ancora investimenti da ottenere in ambito distrettuale per il potenziamento del socio-sanitario territoriale. Per far ciò bisogna subito riportare i conti in ordine nel bilancio comunale anche attraverso l’individuazione degli sprechi e potenziare gli uffici comunali, inoltre immaginiamo un ufficio di scopo per intercettare i fondi PNRR ed europei. C’è un enorme lavoro da fare ma solo insieme con i cittadini e le cittadine, tramite l’ascolto continuo e dandoci gli strumenti per determinare le scelte politiche, anche per il tramite di maggiori istituti e forme di partecipazione diretta, si può pensare di realizzare il cambiamento che immaginiamo.” 

 

 

Alle elezioni con una proposta sui temi per la città, no a carrozzoni e trasformismi

In questo preludio di campagna elettorale Diritti in Comune ha scelto di arrivare formulando una proposta attraverso un percorso trasparente, fatto di proposte programmatiche concrete, indirizzando su queste – e a partire da queste – la discussione con le altre forze politiche. Una discussione franca, possibilmente pubblica, sulle questioni che determinano la qualità vita dei cittadini di Ciampino: i Beni Comuni, a partire dai parchi e dagli spazi pubblici, la viabilità, la gestione dei Servizi, il potenziamento dell’offerta socio-sanitaria territoriale ed altro.

Mentre continuiamo questo lavoro, invitando la città all’assemblea cittadina di sabato pomeriggio (ore 16 – Sala teatro della parrocchia di Viale Kennedy) per discutere insieme ad urbanisti ed esperti di settore degli strumenti e delle proposte programmatiche per rilanciare il tessuto urbano, dobbiamo evidenziare la nostra totale distanza e il rifiuto delle modalità con cui le altre forze politiche del centrosinistra pensano di ripresentarsi di fronte ai cittadini. A nostro avviso il trasformismo opportunista e la continuità col passato, a meno di smentite pubbliche che non abbiamo ancora letto, sono gli elementi dominanti del quadro politico attuale.

Leggiamo che un pezzo significativo di gruppo dirigente del Partito Democratico, tra cui il segretario politico, ha sottoscritto il 28 Gennaio un documento di adesione ad una piattaforma programmatica ed elettorale condivisa con Italia Viva, alcuni rappresentanti civici ed ex membri della Giunta Ballico. Scorrendo i firmatari si osserva con incredulità alla capacità di autorigenerazione di quella classe politica che ha già fallito nel passato e che oggi sembrerebbe voler aggiungere i soliti “transfughi” della politica, una volta a destra e una a “sinistra”, buoni per tutte le stagioni. Nessuna discontinuità del gruppo dirigente né, tantomeno, discussione pubblica sui madornali errori politici che hanno determinato la passata vittoria delle destre. Il Pd sembra posizionarsi, senza alcuna novità politica lungimirante, con una proposta governista il cui unico orizzonte è quello di gestire la città secondo le logiche e i blocchi di potere consueti e, sullo sfondo, di ricercare un’unione contro la destra.

Parallelamente i dirigenti del M5S ci hanno comunicato qualche giorno fa di essere in fase di chiusura di un accordo… con un altro pezzo di centro-destra! Quella parte che ha contribuito prima a fare eleggere e poi cadere l’amministrazione Ballico su posizioni squisitamente personali e mai politiche, come rivendicato dalle loro dichiarazioni di sostegno alle scelte della passata giunta anche dopo la sua caduta. Una destra che – sia nel caso del Pd che del 5 stelle – proprio con alcuni di quegli esponenti non ha esitato ad aprire l’Aula Consiliare dedicata a Pietro Nenni a neofascisti come Cappellari e a votare unanime una mozione indegna come quella “no ius soli”.

Ad arricchire il quadro oggi c’è una iniziativa promossa da Pd e M5S con la presenza di noti esponenti regionali, e allora la domanda è legittima: a che gioco si pensa di giocare? Se si vuole vedere tornare l’ex Sindaca e le peggiori destre al governo della città questa è certamente la strada maestra. 

Di fronte a questo quadro Diritti in Comune continua ostinatamente ad avanzare una proposta politica e di candidata/o a Sindaca/o di radicale discontinuità e trasformazione, sia nelle modalità che nei contenuti programmatici. È un percorso che abbiamo sempre voluto aperto a chi crede che questo sia ciò di cui ha bisogno la nostra città. Entro la metà del mese renderemo note le nostre scelte definitive, la coalizione con la quale andremo alla sfida elettorale, la candidatura a Sindaco e subito dopo la squadra di governo, nel rispetto di quei cittadini e cittadine che sceglieranno di costruire insieme a noi una città diversa.

Ciampino, Diritti in Comune: “Piano sosta, l’ultimo ‘regalo’ dell’era Ballico”

Siamo costretti a tornare nuovamente su questo argomento che fin da subito ci ha visto in prima linea contrari al piano sosta prodotto della ex giunta Ballico. Avevamo denunciato più volte come fosse un piano funzionale esclusivamente a fare cassa sulle spalle dei cittadini, ed oggi purtroppo in tanti se ne stanno accorgendo sulla loro pelle. Intanto la pessima organizzazione del servizio per quanto riguarda il rinnovo degli abbonamenti, gestito da ASP in maniera a dir poco approssimativa e senza prevedere adeguati strumenti di prenotazione digitale che, soprattutto in questo periodo, avrebbero evitato ai cittadini le estenuanti ed interminabili file.

Ci ritroviamo poi a denunciare nuovamente la drastica riduzione dei parcheggi gratuiti per i residenti nella zona centrale di Ciampino, prodotta dall’istituzione delle zone STR a pagamento anche sulla prima macchina. Oltre a questo i cittadini dovranno fronteggiare l’aumento del costo dell’abbonamento mensile solare per le auto successive alla prima del nucleo familiare per la zona di residenza (da 10 a 25 euro) e per l’intero territorio (da 25 a 40 euro). Ciliegina sulla torta è poi il pagamento di una quota fissa nella misura pari a 10 euro nel caso di ritardo rispetto alla durata della sosta, indipendentemente dal fatto che questo ritardo sia di qualche minuto o di ore!

Questioni da noi sollevate più volte in Consiglio comunale e che hanno visto diverse mozioni prodotte dai consiglieri di opposizione, puntualmente bocciate dalla maggioranza. Mozioni che Diritti in Comune ha sostenuto e difeso, in quanto tentavano di ridefinire i punti più critici di un piano sosta che è stato giustificato con la retorica della “lotta ai furbetti del parcheggio”. La verità è che i veri furbetti sono loro! La ex Sindaca Ballico e i partiti che la sostenevano, credevano di dover utilizzare le strisce blu per fare cassa.

Diritti in Comune si impegna da subito con i cittadini per annullare nei primi mesi della prossima consiliatura questo piano sosta e produrne uno completamente diverso. In primo luogo verrà garantito un incremento nel rapporto tra i posti non a pagamento e quelli a pagamento, soprattutto nelle aree più toccate dal problema. Verranno potenziate le aree dei parcheggi di scambio, che verranno messe a rete con il trasporto pubblico per favorire la mobilità pubblica all’interno del Comune.

Inoltre ci impegniamo ad abbattere il costo orario pari attualmente ad 1 euro/h in quanto spropositato per un comune come Ciampino. Costo orario che vede lavoratori, soprattutto quelli connessi col commercio, oggi obbligati a spendere parte del loro salario per poter parcheggiare e lavorare. Verrà reinserita la possibilità di pagamento delle frazioni orarie ad integrazione di eventuali infrazioni, con la conseguente cancellazione della “quota fissa” pari a € 10 attualmente vigente, che riteniamo una follia amministrativa lesiva dei principi guida relativi a questo strumento. Infine Diritti in Comune si adopererà per la re-internalizzazione del servizio sotto il diretto controllo comunale o, in alternativa, sotto il controllo di una rinnovata azienda A.S.P, che garantirà ai cittadini di non dover più vivere gli attuali disagi.

La mappa interattiva della Rigenerazione Urbana Alternativa e Partecipata

Ieri abbiamo rilanciato la nostra azione sugli spazi pubblici con un sit-in per rivendicare il recupero dei luoghi abbandonati per lo sport.
Oggi vi presentiamo la nostra idea complessiva, frutto del lavoro insieme alle associazioni territoriali, sul futuro di alcuni spazi-chiave della città.La vecchia amministrazione aveva declinato la “rigenerazione urbana” come proposta guidata dalle esigenze di soggetti privati. Nessuna guida pubblica nella programmazione e zero investimenti pubblici, un recupero inteso come privatizzazione delle aree e progettualità definita esclusivamente dalla redditività dell’investimento privato.

Questa è invece la nostra idea. Una Rigenerazione Urbana Alternativa e Partecipata, dove al centro ci sono le esigenze di cittadini, residenti, gruppi e comitati, lavoratori e lavoratrici del territorio. Dove la priorità è il recupero del patrimonio pubblico abbandonato tramite investimenti che prevedono diverse necessità di spesa: da interventi a basso costo, semplici e programmabili immediatamente senza grosse difficoltà di reperimento risorse per l’ente comunale, ad azioni più complesse e dispendiose da un punto di vista amministrativo (IGDO, area ex fratelli Spada, etc.), che necessitano il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati.

L’orizzonte della nostra proposta si può riassumere nella centralità della pubblica utilità dei progetti, nel rifiuto di ulteriore consumo di suolo, nel recupero degli spazi e degli edifici esistenti, e nella centralità della guida pubblica in termini di programmazione complessiva territoriale.

Cliccate sulla nostra mappa interattiva, dove troverete alcune semplici pillole delle nostre proposte, per ora in forma embrionale, sulle quali torneremo a parlare più approfonditamente attraverso iniziative pubbliche, incontri nei quartieri, elaborazione di progetti.

“Un albero al giorno”, week-end di organizzazione insieme alle associazioni!

Questo fine settimana, insieme alle associazioni Ciampino Bene Comune e Officine Civiche, abbiamo piantato alberi in alcune delle aree verdi di Ciampino! Non certo un’iniziativa spot, ma una delle tante azioni dal basso che mettiamo in atto per mostrare e praticare l’alternativa.
Come abbiamo sempre detto, la nostra idea di città prevede:
– un Regolamento dei beni comuni, per facilitare la gestione condivisa anche delle aree verdi ed evitare intoppi burocratici per la cittadinanza che si attiva
– un piano strategico per il verde che preveda la piantumazione di un albero per ogni nuovo/a nato/a, la manutenzione ordinaria e straordinaria dei parchi, la creazione di barriere verdi contro l’inquinamento e lungo i fossi
– la ri-piantumazione degli alberi abbattuti negli ultimi anni e la piantumazione di nuovi nelle parti della città che ne sono prive
– la valorizzazione delle aree verdi del nostro patrimonio, come la Mola Cavona e l’Appia Antica, sempre attraverso la co-gestione tra Comune, altri enti, associazioni e cittadini.

Consiglio di Stato conferma validità del Decreto Costa per l’Aeroporto. Ora ridurre i voli

La sentenza del Consiglio di Stato riconosce la necessità di salvaguardare la salute dei cittadini e respinge le pretese di Ryanair. I movimenti commerciali a Ciampino non potranno essere più di 65 al giorno, con una riduzione del 35% dell’attuale traffico aereo commerciale. Se il rumore continuerà a rimanere sopra i limiti di legge i voli dovranno diminuire ancora.

E’ una grande vittoria per i cittadini, ottenuta grazie soprattutto all’impegno del CRIAAC, Comitato per la Riduzione dell’Impatto Ambientale dell’Aeroporto di Ciampino, che ha sostenuto questa battaglia di civiltà contro la protervia e l’arroganza del profitto propugnate dalle compagnie low-cost. Una vittoria che finalmente sblocca il Decreto Costa, fermato dal 2018 dai ricorsi e dai controricorsi al TAR e al Consiglio di Stato proposti da Ryanair.

Rimangono così completamente vuoti i proclami della ex sindaca Ballico e di chi sosteneva che l’Aeroporto doveva essere una risorsa per far fare profitto ai colossi low-cost. Prima viene la tutela della salute per i cittadini. Diritti in Comune si compiace per questo risultato e continuerà a dare tutto il suo appoggio e a lottare insieme al Comitato e ai cittadini per ridurre l’inquinamento dell’aeroporto di Ciampino ed avere una città più vivibile.

Ponti di via Morena: L’intera città ostaggio di scelte politiche folli

E’ ormai noto che la viabilità connessa al nuovo ponte di via San Paolo della Croce continua purtroppo ad essere un cantiere fermo. La prima a rammaricarsene sembra essere la cittadina Daniela Ballico, ex sindaca, sui suoi canali social. Peccato che il collaudo tecnico amministrativo delle urbanizzazioni del comparto G5 sia stato affidato solo con l’arrivo della Commissaria, lo scorso 16 settembre. Ragion per cui, il ponte senza il collaudo della viabilità connessa è difficile possa riaprire. Ci vorrebbe un pizzico di decenza e rispetto verso i cittadini, invece che spargimento di notizie false e iniziative di raccolta firme da inviare al Commissario prefettizio!

La situazione sta producendo pesanti ripercussioni su tutto il traffico cittadino, che in coincidenza della riapertura delle scuole ha visto aumentare il flusso veicolare. Perché la viabilità del nuovo piano G5, benché ultimata, non viene aperta al traffico? Ma soprattutto l’intervento realizzato è quello del progetto esecutivo approvato ad ottobre 2019 dalla Giunta Ballico? Sappiamo di certo che il progetto esecutivo prevedeva un’ampia rotatoria all’ingresso di via Morena per ottimizzare la viabilità in quello snodo molto importante, dove intersecano assi principali della rete cittadina. Perché quella rotatoria non è stata realizzata e come sarà organizzata la futura viabilità del tratto iniziale di via Morena? I cittadini e commercianti che in questi mesi sono rimasti prigionieri di questo cantiere stanno cercando di venire a capo del problema tentando, per ora senza esito, un colloquio con la Commissaria. Proveremo ad avere un’interlocuzione in merito, ma intanto ci chiediamo: quali elementi hanno spinto la giunta Ballico a modificare il progetto iniziale? Cosa c’è scritto nella convenzione tra il Comune e i gruppi privati che dovranno edificare nell’area, in merito alla realizzazione di strade e marciapiedi? Infine, l’Amministrazione Ballico poteva non sapere che il progetto esecutivo e la variante avrebbero rappresentato problemi tali da impedire la riapertura della strada?

L’urbanizzazione del comparto G5 appare, così come realizzata, subordinata totalmente agli interessi specifici dei soggetti privati promotori del piano. Per questo abbiamo fondati timori che tutto questo disagio sia solo il primo effetto dell’intervento che sarà devastante per il commercio locale e la vivibilità dei quartieri circostanti. Un’intera città in ostaggio di scelte politiche illogiche, con gravi responsabilità dell’ufficio speciale della giunta Ballico, da condividere con le precedenti amministrazioni che scelsero per il comparto un indirizzo urbanistico folle. Scelte di cui abbiamo già iniziato a pagare il prezzo con la condizione di grave disagio degli ultimi mesi. Situazione destinata verosimilmente a peggiorare, a meno che il prossimo governo della città non intervenga con la copertura dei valli ferroviari – ad esempio collegando via due Giugno con via S. Paolo della Croce – al fine di alleggerire il traffico locale. Diritti in Comune si adopererà per proporre soluzioni in grado di migliorare gli aspetti più problematici che riteniamo verranno ad inasprirsi con l’apertura del futuro centro commerciale, seppur ben consapevoli che ai danni fatti non c’è soluzione di sorta.